domenica 3 ottobre 2010

Elenco appuntato



Bath
Bath è a venti minuti di treno da Bristol. Siamo andati in un qualsiasi giorno della settimana e c’era il sole, quasi caldo. Nel parco, una classe di una ventina di liceali lavorava con tre diverse videocamere ad altrettanti piccoli corti chissà per quale lezione. Le strade lastricate di pietroni neri squadrati ci hanno accolto con mille vetrine colorate piene di annunci di lavoro e altre leccornie, come piccoli calzoni ripieni di meraviglie più o meno tradizionali. A Bath ci sono le terme romane, ma le hanno coperte con un intreccio di acciaio e vetro, così chi continua a usufruirne finisce per camminare in accappatoio su una terrazza che si affaccia sulla strada e, per quanto faccia caldo, a noi è sembrato sin troppo intraprendente come vestiario.

Pence 
Da quando siamo arrivati qui a Bristol non abbiamo mai smesso di trovare per strada monete da 1 pence. Non passa giorno senza che si abbassino gli occhi e poi le mani per raccoglierne uno sul marciapiede o all’angolo prima di entrare alla Tesco. Perché gli inglesi tengano così poco agli spiccioli mi risulta difficile da comprendere.
Ieri si è fulminata la lampadina del comodino e al ferramenta ho dato 89 pence tutti a pezzi di 1, 2 e 10: mi ha sorriso divertito mentre io, subdolo, pensavo che certamente parte di quella lampadina la stava pagando lui stesso con la sua distrazione o la sua scarsa considerazione delle monetine.

Integrazione
Easton è il quartiere a nord-est di Bristol in cui viviamo. È una periferia con poche automobili e tanti immigrati non europei. Ogni strada ha il suo market nazionale: India, Bangladesh, Marocco, Pakistan, Libano e altri stati asiatico-african-arabici meno identificabili. Nel complesso c’è un’aria di finta integrazione, per cui la necessità fa intrecciare le culture ma le culture creano muri e imbarazzi: non è affatto detto (giusto per fare un esempio) che, da italiani, si possa usufruire della macchina fotocopiatrice di un negozio pakistano.
L’altro ieri torniamo a casa e Jess, la nostra coinquilina, ci spiega che possiamo riempire un piccolo modulo così da poter votare alle prossime elezioni comunali. Da italiano, resto di stucco. Nel complesso c’è un’aria di integrazione reale che da noi ci sogniamo. Al pub dietro casa hanno pure la Peroni.

Domenica
Il sabato del villaggio l’abbiamo vissuto ieri. Tutto il quartiere era in ghingheri non si sa bene per quale groviglio di motivazioni: bancarelle, festoni, concertini, tavoli e barbecue sulla strada. Oggi piove e tira vento, tutto sembra dormire, la gente si sveglia tardi e fa un solo pasto abbondante a metà pomeriggio, noi guardiamo dalla finestra e aspettiamo con ansia l’arrivo dei tartari: probabilmente faremmo meglio a mettere su un DVD, o a bere una Peroni.

Mauro (con foto di Roberta)

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